Gestione della classe, dalle punizioni alla serenità

Serenità

La gestione della classe fino a poco tempo fa

Fino a qualche tempo fa, gli insegnanti gestivano la classe facendo ricorso alla propria autorità per mantenere la disciplina in classe. Se non si dava retta si riceveva una punizione.

Qualcuno potrebbe pensare… “In quel periodo i ragazzi sapevano comportarsi, le punizioni sono servite loro per capire quale fosse il comportamento da tenere a scuola”.

I bambini capiscono solo se vengono puniti?

Per fortuna la pedagogia ci viene in aiuto facendoci capire che se puniamo, molto probabilmente otterremo il comportamento voluto, ma non sarà duraturo e/o interiorizzato. Provate a pensare alle occasioni in cui qualcuno vi ha costretto a fare qualcosa che non volevate fare, qualcosa che non gradivate… come vi siete sentiti in quel momento? Lascio a voi la riflessione.

Cosa significa gestire la classe?

Imparare a gestire la molteplicità di un gruppo va di pari passo con la capacità d’insegnare.

Oggi un docente dovrebbe pensare alle modalità comunicative più efficaci, riuscire ad impostare una relazione significativa con gli alunni, i genitori e i colleghi, saper condurre una lezione in modo tale da favorire l’apprendimento e verificare che i risultati attesi siano stati raggiunti, fare tutto questo da un lato può suscitare preoccupazione in alcuni insegnanti, anche nei più esperti, dall’altro può essere vissuto come una vera missione da vivere con tranquillità e serenità, svolgendo il proprio lavoro ogni giorno con professionalità, senza farsi prendere da agitazioni che non possono far altro che peggiorare la situazione.

Gestire una classe significa infatti operare in modo tale che ogni allievo possa ricevere le giuste attenzioni educative e didattiche, promuovendo e mantenendo vivo un ambiente d’apprendimento che consideri tutti.

La diversità dei bisogni

Il docente opera nella complessità, oggi la società è mutevole, cambia rapidamente e questo può favorire relazioni inadeguate causate ad esempio dai diversi contesti culturali, economici e sociali, dalla scarsa disponibilità al cambiamento del docente, dalla sua poca flessibilità.

Per agire in maniera efficace è opportuno che l’insegnante tenga in considerazione le seguenti consapevolezze:
– dei propri valori,
– del proprio ruolo,
– del modo in cui trasmette i contenuti,
– del contesto classe inteso come l’insieme delle relazioni fra tutti i partecipanti (insegnanti, alunni, genitori, Dirigente).

Affinché si crei un buon clima lavorativo, su tutte queste dimensioni occorre riflettere per poi correggere le proprie azioni educativo-didattiche.

La complessità si traduce anche nella capacità del docente di risolvere i problemi e di rispondere ai bisogni specifici di alcuni allievi, ricordando che il gruppo classe è il frutto del coinvolgimento di tutti.

Sviluppiamo un occhio vigile e allenato

Nelle classi si incontrano alunni con esigenze diverse, alcuni richiedono interventi mirati, altri necessitano soltanto di qualche attenzione particolare.

La capacità di riconoscere le situazioni di ognuno, di operare favorendo sia l’integrazione di tutti che i processi personali di crescita rappresentano la condizione necessaria per condurre una classe con successo.

Lavoriamo per sviluppare “un occhio” vigile e allenato, capace di capire in fretta quali siano i bisogni e le modalità d’intervento adeguate nelle specifiche situazioni.

Chiediamoci

  • Quali sono le mie responsabilità in questa situazione?
  • Cosa posso fare per migliorare ciò che non sta funzionando?
  • Come comunico con la classe?
  • Come comunico con questo alunno?
  • Ho stabilito una relazione umana?
  • La classe si fida di me?
  • Questo alunno si fida di me?
  • Utilizzo diversi approcci didattici?
  • Considero i diversi stili cognitivi?
  • Riesco a vivere tranquillamente le situazioni?
  • Credo che le cose possano veramente migliorare?
  • Sono un testimone credibile di ciò che dico?

Author

Francesco Valeriani

Collaboriamo da tutta Italia per un futuro migliore. Lavoriamo per migliorare noi stessi e i bambini.

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